OZONE UNDERGROUND DEATH RAP
- WorstCollective
- 14 lug 2023
- Tempo di lettura: 3 min
Ozone è quel tipo di intervistato che pensavamo ci avrebbe preso a calci in culo.
Un po' per la parvenza criptica e misteriosa, un po' per l’attitudine senza compromessi e le controversie che vestono il suo personaggio.
Con nostra piacevole sorpresa invece il worstcharm ha conquistato anche lui, e dopo un concerto bello cattivo e sudato ci siamo fatti raccontare la genesi del suo progetto.
Siamo a Bologna, fuori dal Circolo Dev, e sul solito marciapiede poco professionale Ozone Dehumanizer ci svela di come la nascita del progetto (2014) sia mossa dalla necessità di cambiamento, una migrazione dalla classic shit e dal freestyle verso territori hardcore, più rudi e violenti che si fonde poi con le contaminazioni black metal nel collettivo Nerthus Division (2018) e nella one man band: Sentiero dei principi (2020).
Quello che fa Ozone è tanto affascinate quanto difficile da descrivere, tant’è che lui stesso si chiama fuori da qualsiasi binario o dogma di genere, ribadendo la sua fedeltà a un trasformismo artistico che lo spinge a continui cambi di stile.
Le sue influenze non si fermano al panorama musicale (tra i suoi ascolti recenti neo folk e trap italiana), ma transitano dai pittori dell’800 e dall’arte antica, molto presenti nelle copertine, volte a richiamare un’arte fuori dal tempo come la sua musica; arrivando poi al cinema.
Un cinema psicologico, orrorifico, che lancia continue suggestioni che Ozone rielabora in chiave rap/hardcore, ricalcando quell’estetica tanto violenta e viscerale quanto poetica e raffinata portata avanti da registi come Lars Von Trier, Gaspar Noè, Robert Eggers, Andrej Tarkovskij…non proprio registelli da du spicci insomma.
Questo dualismo di poesia e violenza, sembra essere il punto focale dei lavori dell’artista. Una narrazione per immagini volta a mostrare pensieri e stati d’animo attraverso svariate suggestioni:
“scrivere una canzone per me è come fare un disegno, non è detto che debba avere un senso”.
Questo modus operandi ha portato però ad antipatiche controversie ed incomprensioni (e la conseguente rimozione di alcune tracce di Nerthus Division), sintomo di quanto “i più” non siano ancora in grado di accettare tematiche spinose, e soprattutto scindere il contenuto (e l’artista) dalla persona.
In Fronte Nichilista Italiano Pt. 2 Ozone rilancia lo schiaffo:
“[…]quello che dico si astrae da quello che sono
Proprio come la maschera nella tragedia
Sono quello che volete vedere voi […]”
e non ci serve aggiungere altro.
Anche per quanto riguarda la scena rap in Italia, Ozone si chiama un po’ fuori, sempre per mantenere quello status di cane sciolto rispetto alle regole della doppia H: con rispetto per la vecchia scuola, la scena va svecchiata, pompata di nuova linfa e aperta a diverse influenze.
Le modalità in cui si esprime Ozone sono infinite, e noi vogliamo spremerlo fino all’ultima goccia facendoci raccontare qualcosa del suo progetto parallelo su pelle. Sigilism, anti-style, ignorant-style, neo tribal… sono ciò che più si avvicina allo stile dei suoi tattoo, uno stile grezzo e indubbiamente incisivo riflesso delle atmosfere decadenti dei suoi lavori.
A Ozone non interessa essere il pesce più grosso dell’acquario. La sua musica vive di dualismi, esperimenti e contaminazioni apparentemente slegati tra loro, ma tenuti insieme da un’estetica coerente. Un romanticismo perverso e una morbosa ricerca degli estremi che lo porta a essere la mosca bianca sulla carcassa dei vecchi comandamenti musicali.
TROVI IL VIDEO INTERVISTA COMPLETO QUI
- Testo a cura di: @federica_bsx - @zanirhello
- Video, Foto e Grafiche: @nonlosorick_art - @richinyrmouth - @zanirhello - @fear_mare
- Intervistatore: @zanirhello - @fear_mare - @federica_bsx - @itsgoro
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