TOTAL RECALL E DEPRAVITY - MOSH D'OLTEMANICA
- WorstCollective
- 7 giu 2023
- Tempo di lettura: 2 min
Cosa accomuna cinque ragazzi dell’Essex e un quintetto di veterani dell’hardcore milanese?
Sicuramente le accordature basse, la passione e la dedizione per un genere musicale di nicchia, la voglia di macinare km di strada per suonare nelle cantine e la consapevolezza che restare fedeli a sé stessi a volte è l’unica moneta che paga nell’hc.
Abbiamo sentito suonare i Total Recall e i Depravity sullo stesso palco il 28 aprile 2023 al Rock’n Roll di Milano, e sullo stesso marciapiede abbiamo avuto modo di farci due chiacchiere.
I Total Recall sono una band cult nostrana, che ha militato nel panorama hc per oltre trent’anni (K-Again, Traces of You, Embrace Destruction, Rise Above Dead).
Il progetto nasce dalla volontà di omaggiare l’amico scomparso Massimo Bianchi, unendo in un unico corpus tutte le sue influenze musicali.
Il risultato è un metallic hardcore monolitico, con un gusto old-school, ma senza disdegnare
incursioni territoriali su versanti più moderni.
I Total Recall, come già suggerisce il nome ispirato all’omonimo film del 1990, suonano come un vhs sci-fi-horror, proponendo sonorità del metal moderno ammantate da una patina vintage.
Poco prima del loro live set, a far tremare il sottoscala del Rock’n Roll ci hanno pensato i Depravity, band anglosassone battezzata per il loro primo tour europeo proprio da questo palco.
La loro filosofia è semplice quanto efficace: non prendersi sul serio, divertirsi e trascinare il
pubblico nel pit.
A intrattenere gli spinkicker professionisti ci pensa un devastante mix di “cavemen riffs”,
breakdown pachidermici, dissonanze e un’aggressione ritmica costante.
Dopo due EP e una serie di singoli per tener calda l’audience, i Depravity si preparano a sfornare un disco entro fine anno.
Il palco è stato palleggiato da due diverse realtà (nostrana e britannica) con un comune
denominatore, e non potevamo perdere l’occasione di fare un sano parallelismo tra le due scene.
I Total Recall, quella italiana, la conoscono bene e ci dicono con grande trasparenza che in Italia ci sono tutte le possibilità e le opportunità per far emergere anche i generi più di nicchia.
Il problema persiste a livello culturale, il pubblico italiano tende a non seguire le band locali
preferendo quasi a priori quelle estere.
Ultimamente però qualcosa si sta smuovendo, e nuove leve come i Jorelia, gli Omens Before
Hysteria e i Blair danno speranza per la costruzione di una nuova giovane famiglia di appassionati.
Sul versante inglese invece, i Depravity ci raccontano che la scena era tendenzialmente chiusa e sospettosa nei confronti dei nuovi arrivati, ma ora sta lentamente sbocciando.
Resta il fatto che trovare i posti dove suonare non è sempre facile, soprattutto venendo da un distretto periferico.
I nostri si sono dovuti cercare una loro scena fuori dall’Essex e hanno mantenuto il loro seguito suonando negli scantinati e nei pub senza palchi, fino ad arrivare al loro primo tour europeo.
Al di là delle challenge poste dalla nicchia, la performance live rimane l’unica vera resa dei conti, e il nobile obbiettivo di fare del pubblico una carneficina è il primo comandamento di qualsiasi band hc.
TROVI IL VIDEO INTERVISTA COMPLETO QUI
- Testo a cura di: @federica_bsx
- Video, Foto e Grafiche: @nonlosorick_art - @richinyrmouth - @zanirhello - @fear_mare
- Intervistatore: @zanirhello - @fear_mare
コメント