PRIMA CHE TUTTO BRUCI: INTERVISTA AGLI ØJNE+REPORT EVENTO
- WorstCollective
- 10 gen 2023
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 28 mar 2023
A Modena non si passeggia, si vive l’HC!
Worst non poteva di certo perdersi l’evento organizzato da @warmroom_collettivo presso
@latendamodena, che ci offre una serata coi fiocchi, in cui lo screamo è il main course.
La missione parte con l’obbiettivo di fare un’autopsia sulla band milanese "Øjne", sottoponendoli ad un’informale intervista sotto la debole luce di un lampione.
Gli Øjne nascono nel 2010/11 dalle ceneri dei "Naufrage Encore", e dopo una travagliata storia di cambi di formazione e con un EP alle spalle, pubblicano il loro primo full length: Prima che tutto bruci.
Dopo aver abbandonato l’ambizioso progetto di un album che ricalcasse "Le Città invisibili di Calvino", iniziano ad affilarsi i temi che sorreggono questo lavoro, uno fra tutti: la violenza.
Cosa è disposto a fare chi è cresciuto nella rabbia? Si può vivere in pace lontani da ogni violenza? O sopravvivere, in un’amara convivenza?
Il coltello, immagine ricorrente nel disco, disegna una cornice spinosa e malinconica, che racchiude la fine di un travaglio adolescenziale, molto presente in "Tredici", e scorci biografici, come le rudi vicende descritte in "Ogni Inverno".
La band attinge dal proprio vissuto, e porta avanti una poetica evocativa, raccontandosi per
immagini e attingendo dalle più disparate influenze musicali, bilanciando in maniera coerente arpeggi melodici e sfuriate screamo.
Il punto di forza degli Øjne è la melodia, e una fine, ma decisa, commistione tra gli echi post rock, midwest emo e la violenza hardcore, che li ha portati a riscuotere un certo successo non solo in Italia ma anche in America.
Incuriositi da questa esperienza, ci siamo fatti raccontare i retroscena del loro tour negli States, a metà tra la vacanza e la sopravvivenza.
Oltreoceano i ragazzi sono stati accolti da una scena molto diversa da quella italiana: una realtà che vive nelle cantine, lontana dai grandi palchi, molto frugale e spartana.
Un punk più viscerale e puro, vissuto realmente ai margini.
Gli Øjne guardano positivamente anche alla scena italiana: il recupero post-covid ha spinto la gente a voler tornare sopra e sotto i palchi, in particolare la scena hardcore/screamo si è
incastrata particolarmente bene con la necessità quasi rabbiosa e passionale di tornare alla vita normale.
Non potevamo lasciare andare le nostre prede senza chiedere qualche spoiler sul nuovo EP in uscita quest’anno.
In cantiere già dall’estate 2019, i ragazzi non si sono sbilanciati troppo con gli sneak peak, ma tra le anticipazioni figurano un featuring di un artista spagnolo, una commistione tra hardcore e pop, e l’immagine attorno a cui sarà costruito il lavoro.
I ragazzi voglio creare un’atmosfera, una narrazione per immagini, prendendo spunto dalla
visionaria poetica della "Twin Peaks" del regista David Lynch.
Questo ci basta ad intuire in quale direzione vuole spingersi la band, e non vediamo l’ora di avere in mano il vinile previsto in concomitanza con l’uscita del nuovo materiale.
Ci spostiamo all’interno del locale, le luci si tingono di rosso e veniamo traghettati sulla sponda post hardcore dai @lemalerbae, con un opening act che dà il via ai primi stage dive.
A seguire @franekwindy che inaspettatamente sporca di violenza punk il suo sound duettando con i @themetalgossip.
Grazie alla furba disposizione di due palchi le band si palleggiano il live, rendendo le transizioni e cambi strumenti talmente veloci da non lasciarci quasi tempo di riprendere il fiato. Con i @flowersandshelters lampi sonori, aggressioni hardcore, e scorci atmosferici ci lanciano nelle grinfie dei @votto_amicidi, con un mix di midwest emo e post hardcore feroce, diretto, ma anche intimo e melodico.
Tempo di una birra e di portarci a casa la locandina serigrafata dell’evento creata da
@acquaghiaccia_, raccogliamo le forze per l’atto finale.
E finalmente siamo arrivati a Glasgow!
Sulle note di "Ogni Inverno", gli Øjne proiettano un velo struggente e rabbioso, lasciando a tratti il microfono libero e concedendo uno scambio appassionato tra band e pubblico.
Un atto collettivo di emozioni, una gragnola di colpi allo stomaco (e se non fai attenzione pure in faccia), immersi in un’adrenalinica malinconia cantiamo a squarciagola dal primo all’ultimo testo, sentendoci parte di una realtà viscerale e più viva che mai.
TROVI IL VIDEO INTERVISTA COMPLETO QUI:
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- Testo a cura di: @zanirhello - @jagashiiit_
- Video - Foto - Grafiche: @nonlosorick_art - @richinyrmouth
- Intervistatore: @davidedotti__ - @zanirhello - @jagashiiit_ - @itsgoro
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